Poeta e saggista statunitense. Laureatosi all'università di Pennsylvania,
nel 1908 si trasferì in Europa, pubblicando a Venezia il suo primo libro
di versi
A lume spento (in italiano). Spostatosi a Londra, vi rimase fino
al 1920; qui conobbe personalità di rilievo, quali gli scrittori W.B.
Yeats, Th.S. Eliot, J. Joyce e il teorico del Socialismo corporativo A. Orage, e
partecipò ai movimenti d'avanguardia dell'epoca (Imagismo, Vorticismo).
Dopo aver soggiornato per quattro anni a Parigi, tornò in Italia: si
stabilì, dal 1925 al 1945, a Rapallo.
P. vide il Fascismo come la
realizzazione concreta più vicina al sistema sociale da lui vagheggiato e
ispirato al Socialismo corporativo di A. Orage. Intervenne apertamente in difesa
del regime mussoliniano, pronunciandosi al tempo stesso contro la democrazia
americana e occidentale. La sua adesione al Fascismo lo portò anche ai
microfoni della radio italiana, dai quali esaltò l'Asse, diventandone un
acceso propagandista. Nel 1945, alla conclusione del secondo conflitto mondiale,
P. fu internato dagli Alleati nel campo di concentramento di Coltrano,
presso Pisa, dove compose quei
Canti pisani che al loro apparire furono
giudicati negli Stati Uniti la più alta realizzazione poetica americana
del momento. Accusato di tradimento per la sua adesione ideologica al
Nazifascismo, non subì alcun processo ma, ritenuto il suo atteggiamento
il risultato di una forma di pazzia, fu rinchiuso per 12 anni (1946-58) nel
manicomio criminale di Washington. Rilasciato anche per le pressioni della
comunità culturale internazionale,
P. ottenne dal Governo italiano
il permesso di soggiorno. Si stabilì a Milano insieme alla moglie, quindi
a Venezia, dove rimase fino alla morte. La sua opera, molto vasta e complessa,
spazia dalla poesia alla prosa, dalla critica alla pubblicistica politica. Fino
al 1920 la sua produzione poetica (
Personae,1909;
Exultations,
1909;
Canzoni, 1911;
Ripostes, 1912;
Lustra, 1916) risente
dell'influenza delle letterature italiana e provenzale dei primi secoli, che
P. studiò approfonditamente (in proposito si ricorda il suo saggio
critico
Lo spirito romanzo, del 1910), cui si mescolano anche influssi
provenienti dalla letteratura francese dell'Ottocento e dai movimenti
d'avanguardia del tempo, come l'Imagismo e il Vorticismo. A quest'ultimo
P. dedicò due saggi (
Vortex e
Vorticism, 1914) dove
viene teorizzato il superamento dei generi letterari, travolti dall'uso
contemporaneo di tecniche e linguaggi diversi. Nel 1913, grazie ai manoscritti
lasciati dall'orientalista statunitense E. Fenollosa,
P. si
avvicinò alla cultura cinese, di cui tradusse liriche e testi confuciani,
di grande importanza per l'influenza esercitata sulla concezione poetica
poundiana. Essa formula un rinnovamento della poesia occidentale attraverso
tecniche linguistiche ed espressive riconducibili al concetto cinese di
ideogramma, in cui
P. individua la forma di un pensiero alternativo a
quello che condiziona la lingua e la logica dell'Occidente. La ricerca poundiana
si estrinsecò nei
Cantos, il poema scritto dal 1917 fino alla
morte e pubblicato a sezioni fino al 1960, anno in cui apparve
Abbozzi e
frammenti dei cantos CX-CXVII. Accostati dallo stesso
P. alla
Divina Commedia, i
Cantos vogliono essere, nelle intenzioni
dell'autore, una sorta di storia dell'umanità, in cui si intrecciano le
culture e le epoche più diverse e lontane nel tempo e nello spazio.
P. ricorre a lingue e stili diversi, utilizzando tecniche e procedimenti
(come l'adozione di ideogrammi cinesi) che, specialmente negli ultimi
Cantos, rendono problematica la stessa lettura dell'opera. Visti da
alcuni critici come un accumulo ricchissimo e non strutturato di frammenti
lirici, da altri come un'opera dotata anche di una sua grandiosa
unitarietà, i
Cantos rappresentano comunque una pietra miliare
nella poesia del Novecento.
P. fu anche un apprezzato traduttore:
iniziando da
Sonetti e ballate di Guido Cavalcanti (1912), spaziò
dall'antica poesia anglosassone (
The seafarer, 1912), ai provenzali, alla
poesia cinese (
Cathay, 1915), a quella giapponese (
Alcuni nobili
drammi del Giappone, 1916), a Properzio (
Homage to Sextus Propertius,
1919) e a Confucio. L'interesse per l'economia lo spinse a scrivere un
ABC of
Economics (1933) (Hailey, Idaho 1885 - Venezia 1972).